1 aprile 2007

Wine Kit "fai da te"

Articolo tratto da Wine News

E l'acqua si fece vino: non è un nuovo "miracolo di Cana" ma il risultato di un "esperimento" messo in scena al Vinitaly da Coldiretti. L'associazione degli agricoltori ha infatti preparato, per la prima volta in Italia, un falso Chianti da un "wine kit" fai da te, con tutto l'occorrente per ottenere un miracolo promesso in soli in 28 giorni. L'iniziativa è del presidente della Coldiretti Sergio Marini che, dopo aver scritto agli esponenti della Commissione Europea e del Governo italiano interessati, ha voluto cosi denunciare con una dimostrazione pratica l'ultimo, nuovo e pericoloso inganno a danno dei più prestigiosi vini italiani. "Dopo la diffusione in Nordamerica - ha spiegato Marini - dove si sta registrando un vero boom con la moltiplicazione delle ditte produttrici e delle etichette "falsificate", i wine kit sono arrivati anche in Europa dove possono essere acquistati attraverso internet, ma anche in alcuni negozi - come la Coldiretti ha potuto verificare e dimostrare direttamente - in Inghilterra. Il tutto con una spesa compresa tra i 10 ai 16 euro (da 1,67 a 2,67 euro a bottiglia) per un kit da 6 bottiglie e da 20 a 124 euro per un kit da 30 bottiglie. Secondo le ditte produttrici, è possibile realizzare anche a casa un processo che porta alla produzione di vini come il Chianti, il Barolo, il Valpolicella, l'Amarone, il Frascati, il Verdicchio, il Gewurztraminer e molte altre specialità italiane, francesi ed europee per le quali sono fornite addirittura le etichette da applicare sulle bottiglie". Le istruzioni per l'uso contenute nei "wine kit", segnala Coldiretti, sono dettagliate e si chiudono con dei curiosi consigli per i "produttori". Secondo l'associazione oltre al "wine kit" per "taroccare i vini", è agevolmente reperibile in commercio anche l’attrezzatura di "cantina" che si compone di un recipiente di plastica (il contenuto è pari a sei bottiglie di vino) per la fermentazione, completo di tappo e tubo per imbottigliare il prodotto finito (5,3 euro), un idrometro per verificare lo stato della fermentazione in corso (10,3 euro), un termometro per misurare la temperatura dell'acqua (5,8 euro), un set di contenitori sifonati (6,2 euro), uno strumento di pulizia o di sterilizzazione (2,1 euro). L'espansione del fenomeno preoccupa, segnala Coldiretti, anche perché si è registrata una autentica moltiplicazione delle ditte produttrici ma soprattutto perché è crescente la presenza in commercio di "wine kit", che utilizzano impropriamente le denominazioni dei più prestigiosi vini italiani. Si tratta di una offerta che, secondo il presidente della Coldiretti, "danneggia l'immagine della produzione italiana ed europea conquistata nel tempo grazie agli sforzi fatti per la valorizzazione di un prodotto che esprime qualità, tradizione, cultura e territorio. Una situazione inaccettabile per l'Italia e l'Unione Europea che stanno conducendo una difficile battaglia per la difesa delle denominazioni dalla pirateria e dalle falsificazioni nell'ambito delle trattative sul commercio internazionale nel Wto. E' quindi necessario - ha detto ancora Sergio Marini - verificare la compatibilità di questa preoccupante escalation con la normativa italiana e comunitaria al fine adottare tutte le iniziative necessarie per fermare un fenomeno che rischia di danneggiare imprese e consumatori sul mercato globale". Per Marini "il vero grande vino italiano è quello che si fa dall'uva nel territorio e non quello fatto a partire dal mosto a cui va aggiunto acqua di rubinetto".


Io appoggio moralmente la campagna del Sig. Marini....il vero vino è quello del contadino, non quello prodotto artificialmente.

6 Commenti:

Alle ore 07:43, Anonymous Anonimo ha scritto...

Sono d'accordissimo con Voi ed è una vergogna che certe cose avvengano.
Carlo Bortolussi

 
Alle ore 11:38, Anonymous Anonimo ha scritto...

Che tristezza ed insulto al mondo del vino, quello vero.... :-(

Stefano Crottini

 
Alle ore 14:19, Blogger Unknown ha scritto...

Io mi chiedo:
CHI PRODUCE QUESTI KIT???
Immagino sia un'azienda ITALIANA che disidrata i mosti non ancora fermentati. O no?

 
Alle ore 19:56, Blogger Alfonso Silvestri ha scritto...

Non è un'azienda Italiana.

 
Alle ore 19:56, Blogger Alfonso Silvestri ha scritto...

Produrre una pregiatissima bottiglia di Chianti in casa propria? Nulla di più facile, bastano 28 giorni e poche decine di euro. Si tratta infatti del preoccupante diffondersi dei wine kit, dei veri e propri pacchetti completi per la realizzazione casalinga dei processi per l'ottenimento di vini pregiati. Dopo aver conquistato il Nord America, anche nel vecchio continente si possono ora acquistare wine kit per la produzione di Chianti, Barolo, Valpolicella, Amarone, Frascati, Verdicchio, Gewurztraminer e molte altre specialità italiane, francesi ed europee.

 
Alle ore 19:57, Blogger Alfonso Silvestri ha scritto...

L'allarme arriva da Sergio Marini, presidente della Coldiretti, associazione che in occasione del Vinitaly ha preparato per la prima volta in Italia un falso Chianti fai da te. I wine kit sono quindi arrivati anche in Europa, dove possono essere acquistati attraverso internet, ma anche in alcuni negozi della Gran Bretagna, paese che rappresenta il secondo mercato europeo di sbocco per il vino italiano.Oltre al wine kit è agevolmente reperibile in commercio anche l'attrezzatura di cantina che si compone di un recipiente di plastica per la fermentazione, un idrometro per verificare lo stato della fermentazione, un termometro per misurare la temperatura, un set di contenitori sifonati, uno strumento di pulizia o di sterilizzazione.
Il processo per la produzione di vino è piuttosto rapido - bastano appena 28 giorni - e parte da diversi tipi di succo d'uva concentrato, ai quali si aggiunge il lievito necessario per la fermentazione, la bentonite per la chiarificazione del vino, il metabisolfito di potassio, il sorbato di potassio come antifermentativo e il liquido chiarificatore. Non si tratta però di una moda recente: i primi esemplari di kit risalgono nientemeno che ai tempi del Proibizionismo, per motivi che è facile immaginare. La mania, l’hobby, è però degli anni ’70, quando un certo Stanley Anderson di Wine-Art inventò il primo kit composto da succo d’uva concentrato e confezioni di acido, tannino, lieviti e nutrienti per i medesimi. Il Piccolo Chimico versione cantiniere, insomma. Mah... dove andremo a finire

 

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